Il suo ristorante, da piccolo punto di ristoro per i cacciatori, è diventato, col tempo, una vera e propria eccellenza dell’isola di Capri
Il Ristorante Da Gelsomina ad Anacapri ha festeggiato lo scorso anno il suo sessantesimo anniversario. Da piccolo punto di ristoro per i cacciatori in giro per il Monte Solaro, negli Anni Cinquanta, è diventato, col tempo, una vera e propria eccellenza del panorama enogastronomico dell’isola di Capri con la sua storia che inizia da lontano e affonda le radici della vera identità anacaprese.
Ad accoglierci nel ristorante, Gelsomina Maresca e sua mamma Teresa, che ci mostrano il loro quartier generale dove le pietanze prendono forma e gusto. Piatti preparati con materie prime di primissima qualità, molte delle quali a chilometro zero ossia raccolte nel vasto orto che circonda la struttura. Gelsomina Maresca, oltre a occuparsi del resort con B&B, ristorante e piscina, gestisce anche Villa Ceselle, il nuovo e raffinato albergo di famiglia situato vicino alla centrale piazza Caprile. E non solo: attualmente è anche presidente dell’Ascom di Anacapri.
Come nasce il Ristorante Da Gelsomina?
«I miei nonni preparavano panini che offrivano ai cacciatori ma anche ai soldati che venivano a nascondersi sulla Migliara. Ottenuta la prima licenza bar, i ragazzi che marinavano la scuola passavano tutti da mia nonna per farsi preparare il panino con melanzane sott’aceto e salame fatto in casa. Poi sono stati creati i primi piatti tipici della nostra tradizione, dalla chiummenzana al raviolo caprese e, in particolare, il pollo al mattone, la cui ricetta garantisco è frutto della creatività culinaria dei miei nonni.»
Siete considerati una delle eccellenze capresi, come siete arrivati a tanto?
«Il nostro successo è legato alla semplicità e alla qualità dei nostri prodotti. La nostra arma vincente è stata ed è la costante ricerca di restare ancorati alla tradizione e ai sapori di una volta.»
Sei una donna impegnata su tanti fronti, come fai a conciliare tutto e a raccogliere successi in ogni campo?
«Non esageriamo. Anche io prendo le mie batoste. Però sono molto organizzata, gioco sempre d’anticipo e cerco di conciliare le varie tempistiche. Devo dire che ho fatto tante rinunce personali, mettendo sempre al primo posto i miei impegni lavorativi.»
Come si è ampliata l’attività di famiglia rispetto al passato?
«È diventata davvero impegnativa e già con l’apertura della piscina si è verificata una prima grande trasformazione. Poi abbiamo aperto il bed&breakfast alla Migliara e dopo ancora è arrivata anche Villa Ceselle. Oggi nel campo della accoglienza siamo in grado di rivolgerci ad un target di clientela molto vasto.»
Che ruolo ha avuto la vostra unione familiare nello sviluppo delle attività di famiglia?
«La nostra complicità familiare è stata determinante. Mio fratello Raffaele e io abbiamo fortunatamente un buon rapporto, naturalmente partendo dalle idee che ci hanno trasmesso i nostri genitori e modellandole nel tempo anche grazie all’aiuto dei nostri partner, Pasquale D’Ambrosio e Rossella Cacace.»
Ricordi qualche personaggio celebre passato per il Ristorante?
«Non abbiamo mai dato molto risalto ai personaggi del cinema o della televisione che sono venuti a mangiare da noi ma i miei genitori ricordano sempre l’emozione che provavano quando arrivava al ristorante lo scrittore svedese Axel Munthe.»
“Da Gelsomina” è famoso per il suo coniglio alla cacciatora, qual è il segreto della ricetta?
«È legata ad un ingrediente particolare che non si trova facilmente in commercio e che però preferirei non rivelare.»
Segreta è anche la preparazione dei ravioli?
«Sono un piatto che ognuno prepara a modo suo. Garantisco, però, che i ravioli che serviamo ai nostri clienti sono identici a quelli che preparava mia nonna. L’impasto si prepara con acqua bollente e farina, mentre il ripieno si ottiene con un composto di caciotta fresca, uova, maggiorana e formaggio.»
Sei da qualche anno Presidente dell’Ascom di Anacapri, cosa ti ha convinto ad accettare un incarico così importante?
«Ho frequentato il direttivo insieme a mio padre. L’associazione era inizialmente legata a Napoli, ma devo ammettere che è molto cresciuta sotto la mia presidenza. Ho sempre cercato di contribuire alla soluzione di tutte le problematiche commerciali e turistiche che si sono presentate, ovviamente anche grazie all’aiuto degli associati. Vado fiera del fatto di aver patrocinato con l’Ascom l’organizzazione di alcuni eventi durante la stagione estiva.»
Sei legata a qualche manifestazione in particolare?
«Dopo aver conseguito qualche anno fa il diploma di wedding planner & event coordinator ho frequentato anche diversi corsi sulla presentazione dei fiori e ciò mi ha indotto nel 2019 a organizzare un evento in piazza Vittoria abbinando fiori e moda. Forse quella è l’iniziativa alla quale sono maggiormente legata e che spero di ripetere quanto prima.»
Come immagini il futuro dell’isola di Capri?
«Sicuramente c’è tanto da fare. Capri non potrà sempre vendersi da sola. Bisogna agire in fretta per difendere la candidatura di Capri a Capitale Europea per il 2024.»
Luigi Rinaldi