Uno dei sentieri di trekking più belli dell’isola di Capri: collega il centro di Capri con la vallata di Cetrella e Monte Solaro
Conquistare metri, spazio, consapevolezza. Alcuni avvertono che il Passetiello è un percorso trekking per esperti. I camminatori della domenica sono caldamente scoraggiati. Ma talvolta le cose difficili sono essenziali per raggiungere nuovi stadi di comprensione e le persone curiose provano l’insopprimibile desiderio di scovare la conoscenza pure in luoghi impervi. E allora questi eterni cercatori lasciano per un po’ i comodi tavolini della piazzetta e si avviano fiduciosi guardando verso l’alto i vertiginosi tornanti del Monte Solaro, pronti a seguire i sentieri tracciati un tempo dagli zoccoli di muli ostinati.
Un’ideale mongolfiera
Partendo dalla località Due Golfi (nei pressi dell’ospedale Capilupi), ci si trova di fronte a una parete costellata da ciclopici massi e cespugli spinosi che pare vogliano confermare le più decise perplessità sulla piccola spedizione. Ma l’azione è la migliore cura per ogni timore. Basta mettere in fila i primi passi, i primi metri appena disagevoli e la piacevole sensazione di sollevarsi lentamente sull’isola contrasta egregiamente il comprensibile affanno. Proseguendo di buona lena, si decolla sul serio su un’ideale mongolfiera mentre la distesa del Tirreno accresce il suo dominio sulla costa e le case bianche del centro di Capri rimpiccioliscono in lontananza fino a comporre, sotto lo sguardo degli scalatori, un anomalo presepe mediterraneo.
Non è un gioco da ragazzi
Vertiginose visioni e sudore, estasi e fiatone. Il Cai – Centro Alpino Italiano ricorda che è possibile incontrare lungo il percorso «piccoli mammiferi, come ricci e volpi, e rapaci, tra cui falchi pellegrini e poiane.» Circa due ore di marcia e l’erosa vetta del Monte Solaro può dirsi conquistata. Non è un gioco da ragazzi, questo va chiarito. I neofiti devono necessariamente farsi accompagnare da una guida trekking che conosca bene il territorio. Ciò non mortifica certo la soddisfazione di avercela fatta e un giocondo sorriso attraversa spesso il volto di coloro che ricordano gli inviti a rimanere seduti al bar.
L’eremo in cima al monte
Per celebrare degnamente la compiuta spedizione tra le nuvole, bisogna infine varcare, in rispettoso silenzio, le candide arcate del trecentesco eremo di Santa Maria a Cetrella, abbarbicato su uno sperone del monte. Qualche minuto di raccoglimento e poi di nuovo all’aria aperta per aggirarsi tra le orchidee spontanee e l’immancabile ginestra. Ma la voglia di scoprire non è ancora sopita e il sentiero che si distende sul versante opposto tra i pini e i castagni, fino a raggiungere Anacapri, è un invito irresistibile a proseguire. Questa volta in discesa, per fortuna.
Marco Molino