Ruggero Paolino Vasari

Una notte, a Capri di Vasari

L’isola, i suoi personaggi e i suoi paesaggi visti con gli occhi del futurismo in un’atmosfera mistica che caratterizza l’opera dell’artista siciliano 

È il titolo della novella di Ruggero Paolino Vasari: dal linguaggio fortemente simbolico consegna una misura della misoginia programmatica del movimento futurista che, fin dalla sua nascita, tratteggia la donna come essere da disprezzare. Una notte, a Capri di Ruggero Paolino Vasari fu pubblicata su L’impero, giornale politico, per cui lo scrittore fu il corrispondente dall’estero negli anni Venti, nel numero del 20 e 21 maggio 1925. Ruggero Paolino Vasari sbarcò a Capri nell’estate del 1924 e poi di nuovo l’anno successivo, nel 1925. Organizzava al seguito del leader del Futurismo, Marinetti, serate all’Hotel Quisisana e alla Sala Marconi. Tra balli e concorsi di costume, sull’isola si festeggiavano le provocazioni memorabili di una corrente culturale che ha dato luogo al teatro sintetico. Per Vasari si tradurrà nello spettacolo Sentimento.  

La novella

Tramite suggestioni provocatorie in Una notte, a Capri, l’autore narra di Armando di Villabruna – donnaiolo e artista dandy – che alcuni definiscono l’alter ego letterario di Vasari. Come nella poesia Notturno napoletano, pubblicata nella raccolta Venere su Capricorno nel 1928, Vasari usa metafore: il Vesuvio come un padre con la pipa in bocca, le luci delle navi come stelle rovesciate nel mare, l’aria come camicia di forza. Durante il soggiorno del protagonista Armando di Villabruna a Capri avviene il suo incontro a Marina Piccola con una donna, Sonia Makowska, che gli ricorda il loro incontro a Varsavia l’anno precedente. Accusandolo di averle inferto delle bruciature da sigaretta, sfodera nei dialoghi un temperamento aggressivo che poco sembra avere a che fare con la seduzione. 

Capri con gli occhi di Vasari

Descrizioni dell’isola e della sua atmosfera consegnano intatto un paesaggio estivo con frasi come: «Durante la giornata il sole aveva sfogato sull’isola la sua rabbia annientatrice» oppure «Le felci e i fiori selvatici, disseminati sulle rocce infocate, spandevano nell’aria un odore così stordente che, inoculandosi a poco a poco nel cervello, dava dei brividi di freddo e faceva sussultare i nervi come coricarsi su un letto di spilli.» Attraversato dal filtro futurista l’Arco Naturale appare descritto come due enormi cani bianchi accoppiati. Un’immagine, poi, ripresa nella poesia Capri, sempre da Venere sul Capricorno, dove «l’Arco Naturale scricchiola e geme: due enormi cani fulvi accoppiati nel coito brutale della rupe.» 

Il riferimento a Cerio

Notte su tutta la novella, buio sui sentimenti di Villabruna e buio pesto su quelli di Sonia e, nell’isola che da sempre evoca luce e amore, da Marina Piccola arrivano in barca al Salto di Tiberio, poi, raggiungono la Grotta Verde prima di passare sotto l’Arco Naturale. Qui il dialogo per molti è un chiaro riferimento all’allora sindaco di Capri, Edwin Cerio, grande sostenitore dei futuristi. Si legge quindi, a testimonianza di una tensione politica di Vasari, la frase «Possibile che tutti questi imbecilli d’artisti» – esclamò Sonia – «abbiano visto il paesaggio di Capri così romantico, così dolce? La professione di artisti a Capri è una scusa. Così il Sindaco per amor dell’arte non li caccia via.» Poi salgono insieme sull’Arco Naturale: la donna scompare improvvisamente e l’uomo ode un unico sordo tonfo nel mare. La novella termina con questa chiusa «E il mare bevve la fiamma di quel corpo che la calma d’una notte d’agosto aveva accesso e che l’uomo non volle spegnere», che conferma una certa postura più incline alla misoginia che a una pretesa superiorità di genere, spesso espressa dall’autore e rintracciabile nel manifesto programmatico del movimento culturale. 

Il Futurismo e la figura femminile 

Qui Vasari si dimostra pienamente discepolo del suo tempo e un contemporaneo dell’avanguardia che combina elementi del futurismo con l’atmosfera mistica dell’isola di Capri nonché, appunto, una certa ostilità per la figura femminile, sempre molto centrale nelle sue produzioni. Meike Beyer Leipzig, ricercatrice esperta di Futurismo, ha condotto un dottorato su Vasari. «Rispetto alle altre opere di Vasari» – sostiene – «la novella è piuttosto interessante per criteri che s’incontrano anche nel teatro sintetico: l’autore riprende frasi e impressioni e le trasforma in lirismo d’avanguardia, così come nelle sintesi teatrali di Vasari, le figure di donna hanno un ruolo centrale in un incastro controverso di attitudini che l’autore restituisce come debolezze.»Eppure, tutto sommato bisogna dire che le informazioni sui soggiorni di Vasari a Capri sono davvero scarse. Il futurista, ricco e di discendenze nobili che visse a Messina, si circonda sull’isola dei Faraglioni soprattutto di artisti delle avanguardie come Enrico Prampolini, Anton Giulio Bragaglia e Marinetti, oltre che di una troupe di teatrali russi che parteciperà alle sue serate trasformandole in memorabili messe in scena dall’anticonformismo consacrato all’ideologia futurista. Paolino Ruggero Vasari collabora da giovanissimo con riviste letterarie e di teatro. Rappresenta l’elemento di rottura di una rispettabilità borghese con una tesi su La personalità della prostituta: discussa a Torino nel 1921, sarà aspramente respinta dalla commissione che definisce il contenuto inadeguato. Dimostra da subito l’intemperanza di un carattere complesso: da giovane scappa dai collegi della Sicilia dove la famiglia lo costringe, poi diventa volontario nella Prima Guerra Mondiale. Ma è proprio a Capri, dove più tardi passerà anche del tempo con la moglie Maria Winter, che frequentando il gruppo futurista, Ruggero Vasari riuscirà a strabiliare con la sua vera essenza.

Anna Maria Turra

Ruggero Paolino Vasari
Ruggero Paolino Vasari
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