Tra i 100 architetti scelti da AD France al ruolo di direttore artistico della linea di arredamento di Livio De Simone, il giovane professionista napoletano e i suoi progetti capresi
Ha firmato progetti in tutta Italia e in svariate località esclusive nel mondo, ma Capri lo ha stregato. Incontriamo Giuliano Andrea dell’Uva, napoletano classe 1980, enfant prodige dell’architettura, in una delle sue frequenti toccate e fuga capresi. Traspare subito il profilo di un professionista vulcanico e dalle idee chiare, immediatissimo nel fare partecipi gli interlocutori della sua vision. Ci complimentiamo per la sua recentissima inclusione nella top 100 degli architetti scelti da AD France, ma con un sorriso e una ironia simpaticamente tranchant ci frena: «Non dovevamo parlare di Capri?»
Una scintilla scoccata da adolescente
L’architetto dell’Uva ci racconta come, avendo iniziato a frequentare l’isola intorno ai 16 anni, ha avuto l’occasione di respirare e interiorizzare capresità sin dagli anni della formazione. Agli esordi della sua carriera si è trovato davanti l’impegnativa sfida di dover «capresizzare» una storica dimora sul versante di Marina Grande. Da lì il legame fra dell’Uva e Capri è diventato sempre più viscerale fino al 2011, altro momento topico, quando firma il progetto e lancia come socio Capri Suite che introduce a Capri il concetto di maison de charme: due elegantissime suite ricavate in un ex spazio conventuale nel cuore di Anacapri, dove l’architetto dell’Uva ha sposato l’austerità del luogo con arredamenti di design firmati da mostri sacri come Gio Ponti e Paolo Piva. Accostamenti sapientemente studiati che non mancano di restituire le atmosfere delle case dell’isola.
Una ricerca architettonica in continuo divenire
«Adesso, nei miei ultimi progetti la sfida è valorizzare l’artigianalità caprese. Forse gli isolani sono abituati a determinate cose tanto da non farci caso» – spiega dell’Uva – «ma posso assicurare che c’è qualcosa di incredibile in come, per esempio, i mastri isolani lavorano il cemento.» Il riferimento dell’architetto alla maestria di questi veri e propri artisti-artigiani deriva dalle linee morbide nelle quali riescono a plasmare la materia grezza, tanto da consentirgli di alzare sempre più l’asticella della sperimentazione e creare, con il cemento stesso, dei veri e propri complementi d’arredo come ad esempio un divano, oppure all’arte dei muri a secco che, grezzi o più ingentiliti, sono un elemento tipico dei suoi progetti. Questa la vision attuale dei suoi lavori capresi: il rispetto per tradizione ed il camminare su quella sottile linea che divide la casa per le vacanze estive dal luogo da vivere tutto l’anno.
La collaborazione con Livio De Simone
L’architetto dell’Uva è anche legato a un brand simbolo del made in Italy, con forti legami con Capri sin dagli anni Cinquanta: Livio De Simone, di cui è direttore artistico della linea di arredamento. Anche qui il discorso torna sull’artigianalità, la trasposizione sui tessuti dei temi delle ceramiche capresi, i cui colori nelle collezioni portano proprio i nomi dei luoghi iconici dell’isola. «Il mio lavoro in questo settore è quello di rielaborare in chiave attuale gli stili e i colori caratteristici dello stile Capri Moda Mare, che caratterizzò l’isola negli Anni Sessanta e Settanta, e per me e Benedetta De Simone è una grande soddisfazione constatare come tali elementi siano rientrati nelle case e nel linguaggio stilistico dell’isola.»
I luoghi del cuore
Ci congediamo dopo questa interessante chiacchierata con due domande, la prima riguarda il suo luogo del cuore. Dell’Uva ci risponde senza esitazioni: «Si tratta di un belvedere non troppo conosciuto sconosciuto, appena dopo la terrazza di Tragara seguendo via Pizzolungo bisogna scendere delle scale e poi c’è una terrazza da cui si gode una vista eccezionale sui Faraglioni, da un’angolazione particolare. Quando amici vengono a visitare Capri con me è d’obbligo portarli lì». E per un itinerario architettonico ovviamente Dell’Uva ha le idee chiare «Innanzitutto non perdetevi Villa Malaparte, anche se è possibile osservarla solo da lontano, poi, ripercorrendo Tragara, dirigetevi verso Tiberio, direzione Villa Lysis, osservando attentamente la miriade di storiche ville ottocentesche e tipiche case capresi che troverete lungo questo percorso.»
Ugo Canfora