isola di capri Villa Narcissus

Il gotha caprese prima della guerra

All’ombra dei Faraglioni un’eclettica colonia di ospiti stranieri animava la vita della comunità isolana tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento 

Aristocratici, intellettuali, artisti, industriali e banchieri. Provenienti per lo più dall’Inghilterra e dalla Germania, ma anche dalla Russia, dagli Stati Uniti e dalla Francia. In maggioranza benestanti. Sceglievano di soggiornare nei primi alberghi dell’isola delle sirene o di costruire eleganti dimore vista Faraglioni. Tutti, in un modo o nell’altro, hanno contribuito alla creazione del mito di Capri. 

I forestieri 

Ai più blasonati Jacques Fersen, il dandy francese che agli inizi del Novecento fece costruire la sua Villa Lysis, nei pressi dei ruderi romani di Villa Jovis sulla collina di Tiberio, e Friedrich Alfred Krupp, l’industriale tedesco dell’acciaio che scelse Capri e donò la magnifica strada che porta il suo nome, si aggiunsero personaggi naïf, eclettici e stravaganti, viveur e letterati che hanno eletto Capri quale buen retiro dove svernare e vivere liberamente passioni e inclinazioni. Un’originalità che rispecchiava anche le residenze che questo nugolo di stranieri sceglieva per i loro soggiorni capresi. Sfarzose, ricercate, raffinate, un mix tra moresco, classico e gotico: le dimore storiche sorte sull’isola di Capri tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento raccontano storie che non si dimenticano.

Come in quel di Villa Torricella dove le signorine Wolcott-Perry – ovvero Kate Perry e Saidee Wolcott, che avevano unito i cognomi a testimonianza del forte legame che c’era tra loro – ogni domenica accoglievano nel salotto con vista sul golfo William Wordsworth, Thomas Jerome, Elihu Wedder, John Ellingham Brooks, il barone Jacques Fersen e Charles Coleman. Quest’ultimo, pittore americano che sbarcò sull’isola intorno al 1880, fece sua  Villa Narcissus, simbolo dell’eclettismo caprese, dove si radunavano artisti da ogni dove, per i quali molte giovani donne capresi facevano da modelle.

Gli esuli

Dall’altra parte della piazzetta, soggiornava, invece, il Premio Nobel Emil von Behring in una costruzione rosso pompeiano che, tra il 1909 e il febbraio1911 ospitò anche lo scrittore Maksim Gor’kij, con la sua compagna Maria Fedorovna Andreeva. Seguendo l’esempio dell’esule russo arrivarono sull’isola tanti altri rivoluzionari, una presenza continua che convinse Gor’kij a fondare la famosa scuola di partito, una sorta di laboratorio politico-culturale per operai e intellettuali scappati dalla Russia dopo il fallimento dei primi moti rivoluzionari. 

I letterati 

Ampia e variegata anche la colonia di scrittori che trovava nell’isola delle sirene la fonte di ispirazione perfetta, Somerset Maugham, Rainer Marie Rilke, ai quali si unì nel 1914 anche Compton Mackenzie insieme alla moglie Faith.  Lo scrittore scozzese prese in affitto Casa La Solitaria di Edwin Cerio lungo via Pizzolungo ma più tardi si allontanò dal centro per stabilirsi nella vallata di Cetrella.

In piazzetta

Di salotto in terrazza nelle dimore private, la vita degli ospiti stranieri dell’isola delle sirene gravitava anche attorno al famoso Caffè Zum Kater Hiddigeigei, aperto dalla famiglia Morgano a pochi metri della piazzetta. Bar, emporio, club, il locale gestito da donna Lucia e da suo marito Giuseppe, era il luogo di ritrovo della comunità. Qui si vendeva di tutto: dai colori per le tavolozze dei pittori ai giornali esteri, alla birra tedesca ed era possibile trovare anche personale di servizio per gestire le proprie residenze. 

Tra i clienti più numerosi vi erano gli ospiti provenienti dalla Germania che valsero all’isola di Capri l’appellativo di Klein-Deutschland. L’attuale via Vittorio Emanuele divenne l’omaggio agli Hohenzollern e la chiesa prediletta era quella di Tragara.

Francesco Tivoli

Credit: Costantino Esposito

Villa Torricella
norman douglas
Villa Narcissus
Chiesa Evangelica Tedesca