In pieno centro storico di Anacapri tra vicoletti suggestivi e residenze d’epoca: in una di queste visse Gilbert Clavel
Il nome Timpone deriva da timpa, ovvero rupe in dialetto. Indica la viuzza stretta che parte da piazza La Torre, ai piedi della Casa Rossa, e si dirama nel dedalo del centro storico di Anacapri. Dalla dimora di John Clay MacKowen alla villetta che ospitò Clavel, una passeggiata da non perdere nel verace comune di sopra.
Dalla Casa Rossa…
Anacapri è ricca di luoghi deliziosi e musei tutti da visitare. Uno di questi è sicuramente l’edificio che un tempo ospitò John Clay MacKowen. Nella sua dimora di via Giuseppe Orlandi, la main street anacaprese, l’eclettico colonnello, da buon collezionista, raccoglieva cimeli e tesori archeologici. E proprio un pezzo della sua collezione finì al centro delle cronache nel 1958, quando due turisti tedeschi furono processati per aver provato a rubare un frammento in terracotta di epoca romana durante una serata danzante. La villetta di MacKowen, infatti, per un breve periodo fu trasformata in un night club prima di diventare museo.
… a Villa La Saida
Nella seconda traversa Timpone un tempo sorgeva, invece, il buen retiro di Gilbert Clavel, il poeta esteta amico, tra gli altri, anche di Hans Paule. Una descrizione suggestiva della sua dimora viene dalle pagine del libro di Tito Fiorani che riporta le parole di Depero.
«La casa di Clavel, isolata sopra un’altura di Anacapri… immacolata e nuda, salvo i tappeti fiabeschi e le luminose icone, colpiva per la sua splendida inutilità. Una variopinta gabbia di uccelli tropicali la riempiva di trilli e di sussurri, e la terrazza che si affacciava sul golfo vertiginoso, regalandoci la visione di un Vesuvio-Fujiyama spesso avvolto in vapori azzurrini, ci riallacciava con irreali arcipelaghi orientali. Nelle vaste stanze non c’erano né divani né poltrone» – si legge ancora nel volume edito dalla casa editrice isolana La Conchiglia – «ma solo quei tappeti splendidi come miniature persiane, e qualche immacolata pelle d’orso. Si stava sdraiati su quei giacigli e un servo negro, bello come il dio bruno, ci serviva bevande ghiacciate.» Clavel sbarcò a Marina Grande a 27 anni per curare la tubercolosi di cui era affetto. Si stabilì ad Anacapri in una casetta con terrazza panoramica che ribattezzò La Saida dopo aver lavorato su un restyling per renderla di suo gusto. Professore di storia egizia e abile poeta, Clavel parlava fluentemente anche il russo e non fece fatica a inserirsi nella colonia straniera che, al tempo, popolava l’isola delle sirene. Amico di Fersen e di Picasso, si avvicinò all’arte futuristica dopo aver incontrato Fortunato Depero, che spesso era suo ospite a La Saida con la moglie Rosetta Amadori e con il quale lavoro alla novella Un istituto per suicidi.
Adele Fiorentino
