Tre percorsi diversi per gli esperti di trekking e non solo: alla scoperta di alcuni dei luoghi più belli dell’isola delle sirene
Una Capri inedita, quasi segreta, è quella che si può scoprire andando in giro per sentieri. Ne esistono diversi, qui vi proponiamo tre itinerari poco battuti dal turismo di massa, che promettono panorami d’eccezione e tuffi nella storia dell’isola dei Faraglioni.
Da Cetrella alla Migliara
Partiamo da Anacapri. Una volta raggiunto il comune di sopra si parte alla scoperta del polmone verde dell’isola di Capri: la vallata di Cetrella, Monte Solaro e Cocuzzo. I più esperti possono raggiungere la vetta più alta della terra delle sirene percorrendo il sentiero de Il Passetiello, con il supporto di una guida esperta; gli altri, invece, possono scegliere tra un giro in seggiovia o una passeggiata a piedi, che inizia lungo via Capodimonte, poco prima del museo di Villa San Michele. Una volta in cima, inizia il viaggio. Prima tappa l’Eremo di Cetrella e la Casetta Mackenzie, due gioielli capresi custoditi dai volontari dell’associazione Amici di Cetrella. E poi, via, verso il sentiero che conduce al Monte Cocuzzo e si allunga fino alla Migliara, dove potrete godere di un panorama duplice: da una parte il faro di Punta Carena, dall’altra i Faraglioni.
Da Tuoro a Pizzolungo
Dall’altra parte dell’isola, nelle zone alte e rigorosamente pedonali di Capri, alle classiche passeggiate più note si aggiunge il percorso che da Tuoro arriva al Pizzolungo. Si parte dalla Piazzetta delle Noci, nel cuore di Matermania, imboccando un sentiero che porta sulla collina di Tuoro, supera una piccola zona militare e – in un percorso poco agevole – prosegue fino a un piccolo belvedere con vista mozzafiato sui Faraglioni. Dalla pineta della Piana delle Noci, poco distante del belvedere dedicato al violinista Paolo Falco, dopo un primo tratto cementato si nota, sulla sinistra, un sentiero che scende fino al Pizzolungo, la suggestiva stradina che collega Tragara con l’Arco Naturale, passando per Villa Malaparte e Grotta di Matromania.
Dall’Arco Naturale a Lo Capo
Ultimo, ma non per importanza, il percorso che da Matermania arriva fino a Lo Capo, il quartiere siberiano dove sorge la dimora in stile liberty «consacrata all’amore e al dolore» del barone Jacques Fersen. Anche in questo caso inizia tutto da Matermania. Nel primo tratto della stradina che conduce all’Arco Naturale, sulla sinistra, una scalinata segna l’inizio di via Tamborio, un percorso tra case e orti ben ordinati, che porta su e costeggia la proprietà privata della Torre Borselli, collegando il quartiere di Matermania a quello di Tiberio. Continuando in salita, seguendo le indicazioni per Villa Jovis, si arriva in località La Pietra e, pochi metri più avanti, a un bivio. Andando sempre dritti vi ritroverete lungo via Lo Capo che, in meno di dieci minuti, vi condurrà al cancello di ingresso della storica Villa Lysis. Ora sta a voi: dopo aver visitato la casa-museo del dandy francese, chi ha voglia può continuare lungo il sentiero de Le Calanche e raggiungere Villa Jovis.
Adele Fiorentino
Credits: Costantino Esposito